Una musica di battiti, ora più frequenti ed intensi ed ora meno, accompagnano l’attesa dello spettatore all’inizio della performance, insieme ad uno spazio scenico sostanzialmente spoglio ed essenziale, abitato solo da un sapiente lavoro sulle luci. Ecco rappresentato l’impulso e il ritmo della vita, del movimento che parte proprio dalle braccia. Perché “Soluzione parziale a problema transitorio” della brava Sara Marasso vuole sperimentare, con il suo coinvolgente assolo di danza contemporanea, una soluzione diversa al problema del progresso tipico delle gambe. Infatti la sensibile artista torinese, partendo da una ricerca sulle braccia come motore del movimento e guida alla composizione coreografica, indaga i motori, le tracce e i riverberi del proprio movimento. Sperimentando così le modalità proprie con cui procedono le braccia, esse vagano e planano sui punti rigidi, non senza precisione, ovunque si trovino limiti. Lo spettacolo nasce come seconda parte di un dittico iniziato con “solo Carta” nel 2009, in cui il solo suono della carta interagiva con i movimenti della danzatrice. Un corpo che con i suoi movimenti ripetuti, modificati, amplificati cercava di farsi sottile foglio bianco, preludio del segno grafico che comparirà in “soluzione parziale …”, dove la Marasso con il solo ausilio di una matita rossa inizia a tracciare segni sul suo stesso corpo e nello spazio che la circonda, matita di cui le braccia sono l’ideale continuazione e che lasciano con il loro passaggio tracce che diventano segni di orientamento e punti da cui perdersi.
Le braccia, dunque, come cuore di ogni passo, molto più degli arti inferiori. Allora, se è così, sembra che la Marasso abbia ben interpretato il suo pensiero, transcodificandolo in gesti e movimenti piccoli, netti e semplici quasi come un robot.
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